Stefano Scatozza
ChitarristaCompositoreDidatta
Stefano Scatozza
ChitarristaCompositoreDidatta

Biografia


Stefano Scatozza, chitarrista, compositore, arrangiatore e didatta, è nato e vive a Roma. È docente di Composizione ed Arrangiamento Rock e Pop presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

A gennaio 2024 è uscito il suo ultimo album, Under the Trees, disponibile su tutte le piattaforme di streaming e ordinabile tramite mail in formato CD.

ULTIMI ALBUM

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TRE PASSI
TrePassi
UNDER THE TREES
underTheTree

Discografia


 

TRE PASSI

Stefano Scatozza

 

UNDER THE TREES

Stefano Scatozza

 

TEMPO DI PASSAGGIO

Acustimantico

 

EM, OVVERO EMANUEL CARNEVALI VA IN AMERICA

Acustimantico

 

DISCO NUMERO 4

Acustimantico

 

SANTA ISABEL

Acustimantico

 

LA BELLA STAGIONE

Acustimantico

 

VIAGGIO ORIZZONTALE

Orchestra del quarantunesimo parallelo

 

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ACUSTIMANTICO

Acustimantico

 

ANCORA BELLA CIAO

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ALLENAMENTO AL BUONUMORE

Agnese Valle

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  • Novembre 2, 2024

Presentazione del concerto in solo “Under The Trees”

Nel 2024 è uscito, prima nelle principali piattaforme di streaming,  poi stampato su  cd, l’album “Under the trees” di Stefano Scatozza.

Lalbum contiene una raccolta di composizioni di Stefano Scatozza per sola chitarra con corde in nylon, quella che tutti chiamiamo ”chitarra classica”, anche quando il repertorio che ci si suona non è propriamente classico. I brani di questo primo esperimento solista sono ispirati dalla musica dei popoli e dal jazz. 

Il titolo Under the trees” è dedicato agli alberi, fonte di energia e bellezza, che continuano a vivere nella vibrazione di  molti strumenti musicali

 Il concerto “Under the trees” unisce l’esecuzione delle composizioni al racconto del processo creativo che le ha generate. Il concerto diventa anche così una chiacchierata sull’esperienza personale di compositore. Stefano cerca di raccontare come questa dimensione creativa si colleghi al quotidiano vivere, agli affetti, alle relazioni, al lavoro, alla società intorno. Per esempio alcuni brani sono stati ispirati dall’esperienza del lockdown e delle trasformazioni psicologiche individuali e collettive che ne sono scaturite, altri sono ispirate agli affetti familiari, altri ad immagini e luoghi particolari. Senza voler condizionare troppo il pubblico, una “guida all’ascolto” consente di entrare nella musica con una diversa disposizione e consapevolezza. 

  • Agosto 29, 2024

La semplicità non è sempre banalità. “Dentro la tasca di un qualunque mattino”

“Rendere complicato ciò che è semplice è cosa banale; trasformare ciò che è complicato in qualcosa di semplice, incredibilmente semplice: questa è creatività.” (C. Mingus)

Le emozioni, anche se appaiono come “immediate” e “dirette”, in realtà risiedono in una zona della nostra coscienza difficilmente controllabile e comprensibile. Sono, in sè, complesse e difficili da ridurre. Uno dei modi che abbiamo di esprimerle attraverso la parola e l’azione è il loro trasferimento in un oggetto artistico, per esempio la canzone. In questo trasferimento è facile tradire la spontaneità del sentire e la sua autenticità, enfatizzando l’emozione con tanta musica, o con musica inutilmente complicata,  o con troppe e diffiicili parole. Pochi artisti hanno la capacità di operare sintesi credibili e insieme emozionanti e ricche di significato.

Un caso in cui mi sono trovato stupito e commosso per l’evidenza di questo equilibrio, è la canzone di Gianmaria Testa “Dentro la tasca di un qualunque mattino”. Ho ascoltato principalmente la versione live.

Ho provato a studiare questa canzone. Suonarla e cantarla. Di seguito un breve accenno.

  • Giugno 4, 2024

Joyful Departure, un bel brano di Ralph Towner

Ognuno di noi ha, come musicista, degli “spiriti guida” .Cristina Donà, secondo me la migliore autrice di canzoni italiana, ha dedicato ai suoi “spiriti guida” un bello spettacolo che ho avuto la gioia di andare ad ascoltare di recente. Io ho i miei. A volte ho avuto nella vita la possibiità di conoscerli e frequentarli, altre volte li ho visti da lontano, o ne ha letto o ascoltato i lavori.  È questo il caso di Ralph Towner, che ho scoperto negli anni ’90 grazie alla colonna sonora da lui realizzata di “Un’altra vita”, un film piuttosto duro di Carlo Mazzacurati, ambientato in vie di Roma molto vicine a quella in cui abito. Ho iniziato allora ad interessarmi alla sua musica, sono andato ad ascoltarlo in concerti con gli Oregon, il suo gruppo, e poi in concerti in solo. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarlo. Sono molto restio a questo tipo di cose. Raramente mi faccio avanti, ho una mia timidezza. Ho sempre desiderato conoscerlo di persona e ascoltarlo parlare di musica e di chitarra. Chissà, prima o poi capiterà.

Anni fa proposi al mio amico Stefano Donegà, che allora studiava con me, di trascrivere Joyful Departure, nella versione per chitarra sola. Provai allora anche a suonarla, ma ero troppo impegnato in altre faccende, soprattutto didattiche. Qualche giorno fa la trascrizione di Stefano è riemersa dal mio quaderno di appunti, ho preso la chitarra e ho iniziato a studiare questo bel pezzo di musica.

Ne è venuto fuori un piccolo video di studio quotidiano

 

e un video di analisi che vi invito a seguire.

 

Joyful Departure, analisi

Joyful Departure, studio casalingo